Oshōgatsu asobi
Cultura > Società giapponese > Capodanno
Oshōgatsu asobi お正月遊び i giochi per il nuovo anno
In passato, quasi tutti i bambini prendevano parte a giochi all'aperto durante le feste del nuovo anno come, ad esempio, far volare gli aquiloni (takoage, 凧揚げ) e giocare con le trottole (koma-mawashi 独楽回し) specialmente per i ragazzi e giocare al volano per le ragazze (hanetsuki 羽子突き).
Tra i passatempi al chiuso, c'erano giochi con le carte (uta garuta 歌ガルタ, lett. carte da gioco con poesie), che mettevano alla prova la velocità dei partecipanti e un gioco in cui si dovevano indovinare le poesie dalla famosa raccolta "Cento poesie da cento poeti" (hyakunin isshu 百人一首 lett. una poesia cento poeti) e un gioco di gruppo (sugoroku 双六) simile al backgammon. Questi giochi sono ancora molto conosciuti anche se meno praticati rispetto al passato.
Tra i passatempi al chiuso, c'erano giochi con le carte (uta garuta 歌ガルタ, lett. carte da gioco con poesie), che mettevano alla prova la velocità dei partecipanti e un gioco in cui si dovevano indovinare le poesie dalla famosa raccolta "Cento poesie da cento poeti" (hyakunin isshu 百人一首 lett. una poesia cento poeti) e un gioco di gruppo (sugoroku 双六) simile al backgammon. Questi giochi sono ancora molto conosciuti anche se meno praticati rispetto al passato.
Originariamente si facevano volare gli aquiloni per celebrare la crescita di un bambino, per festeggiare un compleanno e pregare per la felicità futura, per ottenere raccolti abbondanti, per scongiurare disgrazie e così via. È diventato popolare come passatempo di Capodanno a partire dal periodo Edo (1600-1868). In alcuni luoghi, si fanno volare gli aquiloni, oltre che a Capodanno, durante dei festival in marzo e in maggio e durante lo Bon (盆, la festa buddista dei morti nel periodo estivo).
Hanetsuki 羽子突き è un gioco simile al volano. Si gioca colpendo una sorta di pallina chiamata hane (lett. piuma) con una racchetta chiamata hagoita (羽子板), decorata con disegni. La racchetta è una tavola di legno rettangolare e la pallina è formata da un nocciolo duro e da piume attaccate all'estremità così che, colpendola, emette un forte suono.
Alle volte, i giocatori che perdono la pallina, come penalità, vengono dipinti sul viso con parole o simboli utilizzando inchiostro di china. Il gioco dello hanetsuki si gioca da circa 700 anni e in origine era un modo per allontanare le malattie. Le palline erano fatte in modo da sembrare zanzare, che sono portatrici di malattie, e lo scopo del gioco era lanciarle lontano. Giocando allo hanetsuki quindi si spera di evitare malattie durante l'anno.
Un altro gioco popolare a Capodanno è uno del tipo "afferra la carta". Ci sono vari tipi di carte e quelle della raccolta hyakunin isshu sono molto conosciute sin dal periodo Edo.
Hyakunin-Isshu è una collezione di poesie waka (和歌, poesia giapponese tradizionale, ritmata su parole di 5 e 7 sillabe) formata da cento poesie scritte da cento poeti diversi. La più famosa hyakunin isshu è la "Ogura hyakunin isshu" (小倉百人一首) compilata da Fujiwara Teika, durante il periodo Kamakura (1186-1333), così chiamata dal nome del distretto di Ogura (a Kyōto) in cui viveva Teika all'epoca della compilazione.
Il gioco hyakunin-isshu è formato da un mazzo di 100 carte con una poesia e il ritratto del poeta su ogni carta e da altre 100 schede, ciascuna con solo le ultime righe di quelle poesie. Un modo tipico di giocare è quello di allineare le carte contenenti le ultime righe delle poesie; un lettore, poi, legge i primi versi di ogni waka e i giocatori cercano di afferrare velocemente la scheda corrispondente con l'ultima riga di quella poesia. La persona che ottiene il maggior numero di carte vince. Si gioca in casa e anche a concorsi nazionali che si tengono ogni anno a gennaio.
La parola karuta カルタ (lett. carta da gioco) è un prestito straniero che viene dal portoghese "carta" introdotto nel tardo periodo Muromachi (1393-1600). Fa parte della lingua giapponese da così tanto tempo che a volte è scritto utilizzando il sillabario hiragana, usato normalmente solo per le parole di origine giapponese.
La parola karuta カルタ (lett. carta da gioco) è un prestito straniero che viene dal portoghese "carta" introdotto nel tardo periodo Muromachi (1393-1600). Fa parte della lingua giapponese da così tanto tempo che a volte è scritto utilizzando il sillabario hiragana, usato normalmente solo per le parole di origine giapponese.